Cari amici,
putroppo la scarsitá di mezzi in Mozambico ci ha impedito di aggiornare il blog durante la permanenza a Maputo. In questo post cercheremo di riassumere le attivitá che abbiamo svolto nella cittá africana durante il mese di novembre.
L'impatto con Maputo é stato forte per tutti: una cittá completamente disorganizzata, dominata dal caos, ma tuttavia, scopriremo piú avanti, allegra, spensierata e mai rassegnata. Appena arrivati, ci siamo diretti subito verso il laboratorio solare che ad inizio anno i ragazzi svedesi avevano giá iniziato a realizzare.
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06/11/2011 - Sulla strada da casa verso l'Universidade Eduardo Mondlane ed il nostro laboratorio |
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06/11/2011 - I pannelli a concentrazione Ma.Re.Co. della Solarus installati nel laboratorio: a sx un pannello termico, a dx un ibrido termico/PV |
I lavori da realizzare nelle quattro settimane di permanenza erano sostanzialmente di correzione e messa in opera di tutto il sistema solare e della parte di acquisizione dati. In particolare, andavano testati tutti i rendimenti dei pannelli (prototipi altamente innovativi), messo in funzione il sistema di tracking (prototipo anch'esso), calibrati i piranometri e testati i nuovissimi data loggers Melacs (www.melacs.se) confrontando i dati acquisiti con quelli sicuramente affidabili dei data loggers Campbell CR1000.
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07/11/2011 - Messa in opera dei 5 piranometri da calibrare |
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08/11/2011 - Test del sistema automatico di tracking |
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08/11/2011 - Una delle strade all'interno del campus universitario |
Il carico di lavoro da svolgere era davvero troppo grande per quattro settimane, ma nulla poteva essere rimandato o tagliato. Di conseguenza abbiamo deciso di fare un elenco dei compiti da svolgere e dividerli in base alle peculiaritá di ognuno, senza interferenze nel lavoro degli altri. Sapevamo che questo modo di procedere avrebbe potuto portare ad un fallimento del progetto, visto che solitamente il "ognuno-per-sé" non funziona, ma era anche l'unica via per procedere e finire in tempo utile; non avendo nulla da perdere, abbiamo corso il rischio. D'altra parte ci conosciamo e conoscevamo abbastanza bene da non dubitare delle capacitá degli altri. Ricardo si sarebbe occupato della parte piú teorica (report e calcoli) ed avrebbe fatto da supervisore ai lavori, Henrik sarebbe stato il doppio di Ricardo, ma piú orientato ai lavori pratici, io mi sarei dedicato ai soli problemi tecnici da risolvere (impianto idrico, problemi elettrici e quant'altro), mettendo da parte i calcoli, Christian il programmatore avrebbe scritto e testato il programma per il tracking solare ed, infine, Joao avrebbe fatto i test sulla parte elettrica e si sarebbe occupato delle relazioni con l'Universitá.
Come sempre accade quando i tempi sono stretti, arrivano gli imprevisti: il primo fine settimana lo trascorro a letto a causa degli effetti collaterali della profilassi antimalarica. Reazioni cutanee, vertigini, bruciore di stomaco ed allucinazioni notturne sono il prezzo da pagare per l'occidentale timoroso della malaria. Fortunatamente il tutto si conclude con un carico di antistaminici, 38 ore di sonno su 48 e la decisione di non prendere MAI piú pillole per la profilassi, ma limitarsi a quantitativi industriali di repellente.
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Dopo alcuni giorni trascorsi a letto senza sostanziali miglioramenti, devo sottopormi a diverse analisi per malaria, salmonella ed altri virus e batteri, ma i risultati, fortunatamente, sono negativi. |
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09/11/2011 - Pulizia del vetro per i test a "vetro pulito" dei Ma.Re.Co. |
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09/11/2011 - Henrik e Niko montano il vetro pulito sul concentratore solare ibrido |
I faticosi lavori manuali, in Africa diventano quasi impossibili. A Maputo, in particolare, una terribile combinazione di caldo ed umiditá fa in modo che dopo poco piú di un'ora le forze scarseggino. Il nostro San Martino africano é stato salutato da temperature al limite della sopportabilitá, come mostrato dalle foto seguenti; da notare che tutte le temperature indicate sono REALI e misurate con termocoppie affidabili. Sommate il fatto che proprio l'11 novembre erano in programma il disassemblaggio del pannello ibrido, la sostituzione dell'assorbitore ed una serie di test da fare durante le ore centrali della giornata... ed i tempi stretti non ci hanno permesso di rimandare il tutto! Non ci é rimasto che armarci di crema solare protezione 50, cappelli e tanto buona volontá.
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11/11/2011 - Temperatura con sensore sotto radiazione solare diretta: 46 °C |
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11/11/2011 - Temperatura con sensore all'ombra: 37 °C
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Il collettore é stato smontato e sono inziati i test sia lato elettrico che lato termico.
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11/11/2011 - Ricardo controlla l'inclinazione del collettore, mentre Niko, Joao ed Henrik lo assicurano nella posizione cercata. |
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11/11/2011 - La produzione elettrica del collettore viene testata da Joao per diverse inclinazioni |
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11/11/2011 - Durante i test, alcuni bambini giocano con un aquilone costruito con buste di plastica |
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Bertu (dottorando) e Luis (professore ordinario) ci aiutano nei test e nella messa in opera del laboratorio |
A metá novembre tiriamo le somme della prima parte del lavoro e ci rendiamo conto, non senza sorpresa, che siamo perfettamente in linea con la tabella di marcia, nonostante gli imprevisti. Decidiamo, quindi, di concederci un weekend di relax e snorkelling sulla magnifica Isla de Inhaca, nella baia di Maputo.
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Noce di cocco a Maputo, dirigendoci verso il porto, prima di salpare alla volta di Inhaca |
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Un meraviglioso tramonto sull'Isla de Inhaca
Tornando a Maputo, veniamo accolti dal solito caos. A casa é saltata la rete internet, c'é corrente elettrica a tratti e l'acqua manca ormai da due giorni. Siamo tentati dall'idea di tornare sulla paradisiaca Inhaca, ma abbiamo preso un impegno ed il lavoro va finito, anche se ormai le nostre condizioni igieniche sono davvero pessime. Ad aggravare la nostra condizione psicofisica c'é la scoperta del metodo di gestione dei rifiuti di Maputo: ammucchiarli e bruciarli per strada.
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Waste management in Maputo |
Un po' depressi, ma ancora non scoraggiati, riprendiamo i lavori. Il sistema di tracking é stato corretto ed é in funzione, buona parte delle misure elettriche sono state fatte e le ultime due settimane vengono dedicate ai test della parte termica ed alla stesura dei report, nonché alla firma di alcune convenzioni con le universitá di Maputo e Lusaka (Zambia). Ci mettiamo subito all'opera.
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Henrik studia la miglior soluzione per la disposizione dei piranometri per il calcolo della radiazione diffusa e diretta incidente |
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Henrik scava una via di fuga per l'acqua da usare nei test termici a sistema aperto |
Ancora una volta, mentre tutto sembrava filare liscio, gli imprevisti fanno capolino. Avevamo bisogno di una giornata di cielo completamente pulito e sgombro da nubi per gli ultimi test, ma il tempo non era affatto dalla nostra e ci eravamo rassegnati a chiudere il progetto senza i risultati di queste ultime misure. Decidiamo, quindi, di mettere in funzione tutto il sistema, ma la pompa improvvisamente si rompe. Henrik e Ricardo sanno che gli italiani hanno ottime competenze in idraulica; é un po' un luogo comune, ma vale la pena tentare. Assumo il ruolo di "capetto" e dirigo i lavori: suggerisco, impongo e, con sommo piacere, sgrido... (chiaramente é uno scherzo) ed in un paio d'ore la pompa torna a funzionare. Spesso i luoghi comuni hanno un fondo di veritá.
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Ricardo ed Henrik, miei "sottoposti" per i lavori di idraulica |
Venerdí 25 novembre il sistema é in funzione e decidiamo di festeggiare un progetto completo al 99%. Soddisfatti, sí, ma con un pizzico di amaro in gola, usciamo in serata e tiriamo lungo durante la notte. Rientriamo a casa alle 4 del mattino. Alle 6 di sabato 26 novembre, Ricardo ci sveglia d'improvviso gridando "cielo limpido! Cielo limpido!": non ci resta che raccogliere le poche forze messe da parte, correre in laboratorio e fare gli ultimi test.
Inaspettatamente completiamo il progetto: well done, guys! Alle 11.30 le misure sono completate, la stanchezza ci avvolge e troviamo appena il tempo per una foto ricordo con il nostro referente a Maputo, prof. Luis Chea, ed il nostro "dottorando" da Lusaka (Zambia), il mitico Chabo Mambo, prima di crollare definitivamente e dormire per oltre 12 ore consecutive... cosí stanchi che addirittura Ricardo non é stato in grado di svegliarsi per l'attesissimo match del "suo" Benfica.
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Well done, guys!! Progetto finito! Da sinistra: Joao, Niko, Luis, Ricardo, Chabo ed Henrik
Le sorprese che questa magnifica esperienza ci aveva riservato non erano ancora finite. Durante la mattinata di lunedí 28 novembre, infatti, riceviamo un tanto inaspettato, quanto gradito invito a pranzo dall'Ambasciatore svedese. Raggiungiamo la residenza della Diplomatica, dove mangiamo insieme a rappresentanti del SIDA ed altri enti di cooperazione e sviluppo svedesi. A seguire una visita al laboratorio, dove il nostro lavoro viene gratificato da elogi e promesse di futuri aiuti per idee del genere.
Che dire... un'esperienza unica, che ci ha permesso di crescere enormemente e di esportare il nome di Ambientiamoci addirittura fuori dai confini europei!
Per una versione piú completa e scherzosa dell'esperienza a Maputo, visitate maputo.bloggplatsen.se (in svedese).
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